6. In via Delle Pecorelle al n. 5
(illustrazione delle mie alunne, Susanna e Allegra)
Bea abitava in via Delle Pecorelle al numero 5, in una piccola frazione del comune di Lanetta. Frequentava la 4B nella scuola primaria del suo paese. In classe erano i venti e trascorrevano le loro giornate a farsi scherzi, a volte anche pericolosi, e a provocare il maestro con dispetti e marachelle di ogni genere. Ovviamente non avevano un buon profitto scolastico: avevano l'insufficienza in tutte le materie e il maestro e i loro genitori erano disperati!
Bea era una brava pecorella, ben educata e con una voce soave, ma aveva un grosso difetto: faceva sempre tutto quello che le suggerivano di fare gli amici, si faceva condizionare dalle loro idee; era poi di un'ingenuità disarmante. Alla fine si cacciava nei pasticci o prendeva punizioni dall'insegnante.
Ad esempio lunedì scorso, durante l'intervallo, Pecora Pia stava ascoltando la musica con le cuffie. Bea si era accorta che intorno a Pia si era radunata tutta la classe. Per non rimanere all'oscuro di quanto i suoi amici dicessero, le si avvicinò incuriosita.
"Ragazzi" disse Pia entusiasta mentre spegneva il suo i - pod, stavo pensando ad uno scherzo strepitoso da fare al maestro Pirozzi. Lo metteremo nelle condizioni di avere paura di noi, così non ci boccerà! Siete con me ? Tutti per uno, uno per tutti?".
"Beh, prima raccontaci qual è il tuo piano" farfugliò Pecora Edo mentre sgranocchiava un'erbetta prelibata che le aveva preparato la mamma per merenda. "Dunque: questa è la mia fantastica idea". Bla, bla, bla... Pecora Pia prese a raccontarla.
"Ok!" risposero tutti in coro! Capra Lorenzo allora disse: "Sarà Bea ad agire e noi altri prepareremo tutto il necessario". Bea pensò che quello che gli amici stavano organizzando fosse sbagliato e grave ma annuì lo stesso, oltretutto soddisfatta per essere stata scelta come protagonista dello scherzo del secolo!
Arrivò il fatidico giorno! L'elegante signor Pirozzi entrava a scuola con la sua ventiquattrore in una mano e il suo sigaro nell'altra. Arrivò all'ingresso della classe, quando Bea gli balzò di fronte e gli spruzzò della schiuma da barba negli occhi. Il povero maestro cominciò ad urlare, aprì la porta, scivolò sopra una grossa macchia d'olio e cadde a terra spaventato. La sua pesante cartella andò a sbattere contro il vetro della finestra che si crepò, mentre il sigaro, ancora acceso, finì su una serie di compiti in classe poggiati sulla cattedra, che presero fuoco. La bidella chiamò i pompieri e Pecora Bea fu sospesa per due mesi!
In quei due mesi i compagni andarono a trovarla e le porsero le loro scuse, ma lei non era affatto arrabbiata con loro, perché pensava semplicemente di non essere stata all'altezza del compito e quindi di meritarsela quella punizione.
Un giorno mentre leggeva un libro di maghi e fate, dalla pagina del suo libro uscì e si materializzò la sua fata preferita, fata Azzurrina. Dovete sapere, cari bambini, che via Delle Pecorelle era famosa proprio per questo motivo: per il fatto che all'occorrenza, fate e maghi prendessero vita per aiutare i lettori che si trovavano in difficoltà. Nessuno aveva mai scoperto perché queste cose accadessero solo in quella via. Beh, torniamo a noi... Fata Azzurrina appoggiò la sua bacchetta magica su una spalla di Bea e, con voce severa, prese a parlare.
"Ho appena incontrato il Grillo Parlante. Te lo ricordi? Quello che insegnava a Pinocchio a seguire la voce della propria coscienza; ecco, mi ha mandato lui a dirti che la devi smettere di fare ciò che ti dicono i tuoi amici. Devi agire di testa tua e quando capisci che quello che ti viene richiesto è sbagliato, devi avere il coraggio di tirarti indietro!". Poi la Fata fece una capriola all'indietro e, agitando la bacchetta magica, fece comparire davanti a Bea una sfera magica. "Sai cosa vedo in questa sfera? Vedo che ti caccerai in guai sempre più seri se non imparerai a comportarti come suggerisce la tua coscienza. Non è facendo come fai tu che ti circonderai di amici. Gli amici che ti vogliono bene, accetteranno sempre le tue opinioni, anche se sono diverse dalle loro. A presto cara" e tornò in quella pagina che la pecorella stava leggendo.
Beh, inutile dirvi che tutto quello che la fatina disse a Pecora Bea non servì a nulla, infatti poche settimane più tardi i compagni di classe le proposero una sfida:...
(puoi leggere l'intera favola sul libro "Billy il bullo" e altri racconti)