10. Nel paese dei colori
Tanto tempo fa su una collinetta vicino ai Monti Rocciosi in America sorgeva il villaggio di Atelide, interamente abitato da simpatiche scimmiette di mille colori. Il villaggio era governato dalla scimmietta urlatrice Dana affiancata dai suoi aiutanti: Alfy e Bob, che erano scimmie scoiattolo, Adolf, una scimmietta ragno e infine il grande e grosso Monkey, uno scimmione dalla schiena grigia.
C'era infine il popolo formato da gorilla commercianti e bottegai. Il villaggio era gremito di negozi e mercatini e ogni giorno si tenevano feste e concerti. La vita degli Atelidini procedeva tranquilla.
Ma un giorno, all'alba, gli abitanti furono svegliati dal suono assordante della sirena che veniva utilizzata solo in caso di grave pericolo.
"Udite, udite, abitanti di Atelide, ho appena avvistato il feroce Condor con i suoi uomini che si sta avvicinando al villaggio. Sta varcando il monte Cardo. Forza, scappate nei rifugi, veloci, correte ! Mettiamo in salvo la nostra reginaaa !" urlò Alfy al megafono con tutta la voce che poteva.
"Condor il ghepardo" era noto per aver condotto le più feroci battaglie ed esserne uscito sempre vincitore: per questo era così temuto. Con le sue agili zampe, lui e i suoi soldati erano già arrivati al confine del villaggio. Dana scappò scortata dalle guardie che la condussero dal vecchio padre nel paese adiacente.
"Vecchio e saggio Beppe, è permesso?" chiese Bob. "Abbiamo portato qui la regina sua figlia; è in pericolo: Condor vuole rapirla e farla sua sposa".
"Ho udito" disse, "consegnatemi la mia bambina!".
"Padre, sono anni che quel bruto mi infastidisce, ma non l'ho mai visto così feroce e determinato ad avermi. Vi chiedo aiuto perché ho paura per me e per il mio popolo!" supplicò la fanciulla.
"Bambina mia, ce la faremo. Ordina subito ai tuoi sudditi di formare il più potente esercito di tutti i tempi che dovrà tener testa all'avanzare dei nemici, intanto informa tutte le scimmiette urlatrici del regno tra i 15 e i 20 anni di età che dovranno correre da me assolutamente prima del tramonto!". "Grazie Padre, farò come dite".
Al cospetto del vecchio si recarono 250 scimmiette, una più bella dell'altra. Il vecchio Beppe voleva trarre in inganno Condor, offrendogli in sposa una scimmietta che altro non sarebbe stata che una sosia perfetta della figlia ma, purtroppo, nessuna di loro andava bene: una era troppo bassa, quell'altra di un altro colore, un'altra ancora aveva la coda troppo corta.
Beppe le osservava disperato. Nel frattempo i soldati di Dana stavano impedendo l'avanzata dei nemici: Adolf, la scimmietta ragno, aveva predisposto ragnatele - trappola ovunque mentre le scimmie scoiattolo distribuivano sul selciato tante ghiande per far scivolare i nemici. Il piano aveva funzionato, infatti accadde che Condor andò a rimbalzare su una ragnatela e poi su un'altra e un'altra ancora, fece un enorme volo andando a colpire col muso il ponte che dava l'accesso al villaggio e infine finì nel fiume; i suoi uomini, uno ad uno, scivolarono invece sulle ghiande, volarono giù dalla collina e precipitarono in un fossato.
Intanto la selezione della scimmietta sosia era andata per le lunghe: erano già trascorse quattro lunghe ore e purtroppo non si era venuti a capo di nulla. "Non ci siamo, proprio non ci siamo. Ma chi mi avete mandato? Incompetenti!" si adirò il vecchio. "Chiamatemi la servitù e che queste fanciulle se ne vadano via subito! Non vanno bene! Via, sparite!". "Comandi, signore, ha chiamato?" chiese prontamente la serva del vecchio. "Oh Sara, sì, Sara, fatti guardare; ma come ho potuto non pensarci prima? Prenderai tu il posto della mia Dana. Il vostro volto è identico".
"Io? Ma signore, non sono all'altezza. Non ho la grazia e i modi di una regina io. Non ce la farò mai ad ingannare il feroce Condor". "E poi," continuò "non possiedo la bellezza di sua figlia e forse vi siete dimenticato che ho una menomazione dalla nascita: non ho la coda, oh Re" e mentre parlava, le scese una lacrima sul viso.
"Tu invece hai proprio tutto ciò che occorre cara: prontezza, intelligenza e modi garbati. Ho bisogno del tuo aiuto; accetta, ti prego e te ne sarò grato per tutta la vita".
In quel mentre arrivò un soldato: "Ascoltate: Condor dice di liberarlo subito e di lasciare andare anche i suoi uomini. Ha mandato a riferire che pretende in sposa la regina e che se non gli verrà concessa, raderà al suolo il villaggio e ci farà tutti prigionieri! Ha detto che il paese di Atelide da colorato diventerà grigio e buio e non rimarrà neanche un filo d'erba!!! Siamo rovinati, signore".
"Prendete tempo, uomini. Non scoraggiatevi. La soluzione è qui, nelle mie mani. Conducete da lui la mia serva, Sara. Assicuratevi che la veda per intero solo quando avrà fatto ritorno nel suo regno. Intanto la mia bambina verrà portata a mille miglia da qui nella tenuta dei miei parenti, nel paese dei Barbagianni. Sara, non temere. Va', e che la fortuna ti assista. Ho stima di te e ti prometto che presto tornerò a riprenderti"
E fu così che Condor venne liberato. Gli fu data in sposa la "finta" Dana, avvolta in abiti di seta, sennonchè il crudele ghepardo non riuscì subito ad accorgersi che non si trattava di lei.
Quando lo capì, cari bambini, era ormai troppo tardi per tornare sui suoi passi: quella dolce scimmietta senza coda, dal pelo un po'arruffato, dai modi gentili ed educati e dalla grande intelligenza, generosità ed umiltà, oramai lo aveva fatto innamorare...
Eh sì, la diversità non deve essere considerata un limite; essere diversi non significa essere inferiori: si può avere qualcosa in meno, ma anche tanti aspetti positivi in più!
Bisogna sempre cercare di andare al di là dell'apparenza per cogliere la sostanza.
Maestra Alexa